Mons. Schettino, salga a bordo!
di Mons. Benigno Umberti
A Sua Ecc. Rev.ma
Mons. Tranquillo Schettino
Arcivescovo di Pantofolonia
Eccellenza,
mi rivolgo a Lei perché, anche se non la ritengo uno stinco di santo,
penso che Le sia rimasto un po' di buon senso e La reputo in grado di
rendersi conto che - dopo Amoris Laetitia - la Chiesa sta
naufragando; come la Costa Concordia, neppure la Chiesa andrà a fondo -
per le promesse del Salvatore -, ma ugualmente si contano i morti.
Anche Lei ha responsabilità del naufragio, quando non ha rimosso i
docenti non ortodossi dai seminari, per le tante volte che ha taciuto,
per quando ha nascosto lo scheletro di preti fornicatori nell'armadio di
un discreto traferimento, quando ha tollerato ogni abuso liturgico,
quando è stato debole con i forti e forte con i deboli.
E poi, adesso che la DC non c'è più, ed è più difficile ottenere i
necessari contributi per la diocesi, bisogna arrangiarsi con i Rotary,
con i Lions, con qualche libero muratore.
E poi ricorda la trafila di campagna elettorale che ha fatto perché,
"nonostante la mia indegnità" e "avrei rifiutato se mi fosse stato
possibile" arrivasse quella nomina...?
Eccellenza, Lei, con tutto questo, è complice di questa situazione surreale in cui la Chiesa oggi si trova.
Però ha ancora il buon senso di capire che non si può, in nome di una
falsa misericordia, stravolgere la dottrina della Chiesa sul Matrimonio,
sull'Eucarestia, sulla Confessione e sulla Grazia.
Una voce in fondo al cuore Le sta dicendo che non si può ballare il tango argentino sulle ossa di San Giovanni Paolo II.
La
storia del sacerdote Eli, che era in fondo un buon uomo, ma ha fatto
una brutta fine perché ha lasciato che figli facessero i mascalzoni, Le
insegna che non basta arrivare in equlibrio alla pensione per salvare
l'anima.
E il Siracide Le ricorda di "non ambire la carica di giudice se non hai il coraggio di togliere l'ingiustizia" (Sir 7,6).
Ma oggi, Eccellenza, Lei ha la possibilità di rifarsi; dica
pubblicamente quello che pensa, lo dica ai suoi preti, lo dica al Suo
popolo, lo dica al Suo Papa.
Dica che non si può fare la Comunione in stato di peccato mortale, dica
che oer Confessarsi ci vuole il proposito di non peccare più, dica ai
fratelli che vivono in situazione irregolare che non mancherà loro la
Grazia per portare la Croce e per non peccare, e dica che la Chiesa è
loro vicina non per lasciarli nel peccato, ma per tirarli fuori e
portarli alla vittoria.
Mons. Schettino, salga a bordo!
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